martedì 30 settembre 2014

Mirabilis jalapa








Questo fiore, conosciuto con il nome volgare : bella di notte , schiude i sui delicati petali solo nel trado pomeriggio, forse anche per questo le è stato preso a simbolo della timidezza
Il suo nome botanico esprime, invece, tutta la bellezza di questo fiore, infatti Mirabilis in latino significa "meraviglioso".

Questo fiore arrivò nel nostro continente solo nel 500.
Fu a seguito di esplorazioni di viaggiatori europei che raggiunsero il continente sudamericano , pare, infatti, che sulle cime peruviane abbiano trovato questa pianta dai bei e svariati colori, e abbiano imbarcato le piantine sulle loro navi , importandole così, in Europa

In Cina questi fiori prendoo il nome di "fiori della bollitura del riso", oppure "fiori della doccia"
Questi nomi non furono mesi a caso , ma derivano proprio dalla caratteristica della pianta di schiudersi nelle ore serali, in concomitanza con le attività di quella parte del giorno. la preparazione del riso, piatto obbligato sulle tavole cinesi, o il relax della doccia dopo una giornata di lavoro.

I fiori della bella di notte vengono anche impiegati nella cucina asiatica per ottenere dei coloranti alimentari, i suoi semi invece , vengono impiagati, per preparare cosmetici o per colorare i tessuti.

Altra caratteristica della bella di notte è il suo profumo, quando i suoi petali di schiudono emanano un profumo intenso ed avvolgente,, tanto che pare che le farfalle notturne non possano rinunciare a raggiungere i petali dei fiori, e posarsi delicatamente su di essi....

Una piccola curiosità, in toscana questi fiori sono conosciuti anche con il nome di tromboncini.

lunedì 29 settembre 2014

Mimosa






La mimosa che nel linguaggio floreale rappresenta la sensibilità, è un arbusto perenne può arrivare fino a 25 metri di altezza , la sua fioritura è intensa e vistosa nei suoi rami penduli che vanno a formare come una chioma ampia e scomposta, adornata, da gennaio a marzo da fiori raccolti in grappoli dal colore giallo chiaro ..

Sulla mimosa ho una mia piccola storia personale.
Un giorno passando davanti ad un vivaio vidi una pianta di mimosa, così mi venne la voglia di acquistarla e piantarla in giardino.
Purtroppo non si ambientò molto bene, e di fiori neanche l’ombra, e come se non bastasse anche nella crescita era stenta e patita.
La mimosa una pianta delicata e resistente, pensai, è capace di vivere i sopravvivere alle intemperie , produrre rami sempre più rigogliosi , ma la mia è proprio un'eccezione
Così, non sapendo più cosa inventare, la strapiantai e la misi in un angolo infondo al giardino, dove relego le piante che non vogliono crescere e fiorire., insomma le piante senza molte speranze a cui si somministrano le ultime inutili cure.
Ma nonostante fosse la più brutta e malandata di tutte non la volli buttare

Mai darsi per vinti: una pianta non e' finita nemmeno quando pare oramai secca, perché può riservare delle sorprese con un guizzo di vita all'ultimo minuto.
Come i cani abbandonati, le piante di cui andiamo più orgogliosi sono quelle trovate sul ciglio di una strada o dentro un cassonetto, che abbiamo curato e salvato da un fine certa, con dedizione e amore .

Cosi presi la povera moribonda e la trapiantai nell'orto di mia suocere: in un angolo assolato ...e le dissi:" ora sei all’amaro ...o ce la fai e ti ripigli..o crepi..."
Piantata in quell'angolo dell’orto, la mimosa rimase muta e impenetrabile per diversi mesi ...pareva spacciata oramai. Ma ai primi di febbraio si trasformo' come nella favola della bella e la bestia.
E quello sterpo divenne un alberello a forma di ombrello con tanti pallini giallo limone.
Beh...non so se sia stato anche merito della mia pazienza e testardaggine, ma la mimosa da quel giorno si fece sempre piu bella.
Solo che non ha potuto abbellire il mio giardino.
Li nell'orto aveva trovato il suo habitat ideale, strapiantarla sarebbe voluto dire forse ucciderla...cosi e' rimasta a far ombra nel giardino di mia suocera...ed oggi è forte e rigogliosa.


Un accenno è doveroso anche al simbolo che a questo fiore è stato dato,: la festa della donna
La festa della donna nacque negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909 , a istituirla fu il partito socialista americano che in occasione di quella data indisse una manifestazione per dare alle donne il diritto di voto , ad esse poi si unirono altre rivendicazioni in campo del lavoro, come sappiamo allora le donne lavoravano in condizioni precarie per non dire disastrose e con salari molto bassi.

Una leggenda alquanto discussa vuole che la festa della donna nasca a seguito di una tragedia sociale drammatica, che vide nel 1908 un gruppo di operaie dell’industria tessile di Cotton protestare scioperando per chiedere più umane condizioni lavorative
Lo sciopero si protrasse ad oltranza, così che il padrone della fabbrica irritato per la mancata produttività e per nulla intenzionato a dare alle donne ciò che chiedevano, imprigionò le operaie nella fabbrica.
Si narra che un grosso incendio fosse divampato all’interno della fabbrica investendo le operaie che erano prigioniere

La data dell’otto marzo fece la sua storia nel 1917 , in una manifestazione a San Pietroburgo, dove le donne indissero una manifestazione per chiedere la fine della guerra .
A seguito di ciò l’otto marzo fu scelto, dalle donne comuniste russe, come giornata internazionale dell’operaia.

Il simbolo del fiore della mimosa ebbe invece la sua origine in Italia, nel 1946 , in seguito l’otto marzo è stato preso come giorno di rivendicazione di ogni diritto femminile violato o negato

Del resto, la conquista di un ruolo femminile, , specie nella politica da parte delle donne è stata lunga e dura, a questo proposito queste le parole del presidente del consiglio Francesco Crispi, quando si oppose al concedere il voto alle donne italiane,

“Per me la donna, regina dei cuori finché resterà estranea alle lotte della pubblica cosa, non sarà più il tesoro delle famiglie, non sarà la provvidenza e la previdenza del marito e dei figli se la caccerete nella politica. Sensibile ed impressionabile, com'è, non potrebbe avere sempre la mente serena e tranquilla, qualora si occupasse della cosa pubblica. Amante ed amica, essa è un conforto; è per noi, quando dalla lotta politica, dai contrasti dell'aula parlamentare, ritorniamo nelle nostre, famiglie, per avere pace e tranquillità, per assicurarci quella calma, che ci fu turbata in tutto il giorno, per trovare quel riposo al quale abbiamo diritto, sarebbe una grande sventura, o signori, che ricominciassero, entrando in casa, i contrasti e le lotte D'altra parte, quando voi distaccate la donna dalla famiglia e la gettate nella pubblica piazza voi fate, o signori, della donna non più l'angelo consolatore della famiglia ma il demone tentatore. Né voglio io ricordare l'influenza possibile dei confessionali; è un tema che abbiamo trattato abbastanza per doverci ritornare sopra".

Aconito




L'aconito è una pianta erbacea, la incontriamo soprattutto in Asia , Europa del nord, ed America, può raggiungere il metro e mezzo di altezza, terminado in alto con un grappolo di fiori, di colore azzurro violetto, molto assomigliati, coem forma, a degli elmetti.
E' un fiore che nei secoli ha dato origine a miti e a leggende, sia per la sua forma somigliante ad un elmo che per la caratteristica di essere un fiore velenoso in ogni sua parte, la sua tossicità infatti era nota fin dall'antica Grecia.
Nei secoli ha assunto simbolo di vendetta e amore colpevole e maleficio
Un bellissimo fiore a vedersi, ma che l'uomo ha da secoli considerato malefico solo perchè è tossico.
Sono molte le leggende che gravitano intorno a questo fiore, vediamo alcune

Secondo la mitologia greca, Cerbero, cane a tre teste di propietà di Ecate, regina dell'Ade, custodiva nella sua saliva i semi aconito.
Un giorno Eracle rapì il cane dagli inferi trascinandolo sulla terra, il cane pieno di rabbia e dolore lasciò dietro di se una scia della sua bava, seminando così lungo il percorso i semi di Aconito.
Fu così che i semi di questo fiori arrivarono sulla terra dall'inferno.

Un'altra leggenda viene invece dalla lontana Norvegia.
Si racconta che il fiore di aconito rappresentasse l'elmo magico di Odino, Dio della guerra e della poesia
Si narra che chiunque indossasse l'elmo prendesse il potere di rendersi invisibile agli uomini.

L'aconito è anche il fiore sacro della dea della notte , Ecate che si serviva della pianta per trattenere del regno dell'ade i mortali che arrivavano alla sua dimora

Nel lontano medio evo , invece, si pensava che l'erba venisse usate dalle streghe per portare a termine malefic, era considerato l'ingrediente di un unguento di cui le fattucchiere si servivano per volare dal sabba: leggendario incontro di tutte le streghe col diavolo.


" Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le fogli gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.
(Federico Garcia Lorca)"

venerdì 26 settembre 2014

Iris







L'iris (Fam. Iridaceae) simboleggia le buone notizie, pianta dai fiori eleganti e delicati che sbocciano su lunghi steli rigidi. Il suo nome
ricorda Iride, figlia di Taumante, messaggera degli dei, che tramite l'arcobaleno relazionava fra la Terra e l'Olimpo. Fiore originario della Siria, introdotto in Egitto da Tutmosis. Noto anche come " fior di giglio " che Luigi IX partendo per l'ottava crociata fece figurare sulle sue bandiere.
La sua forma stilizzata è anche il simbolo della città di Firenze, molti erroneamente credono che il fiore simbolo del capoluogo Toscano sia il giglio, ed invece è l'iris a cui fra l'altro è dedicato anche un bellissimo giardino sito al Piazzale Michelangelo.

Questo fiore venne immortalato da Van Gogh in un dipinto, e un altro omaggio a questo fiore..lo si trova nella favola. "Iris" scritta da Hermann Hesse


“….........Anselm stette ad ascoltare, annuendo
alla cara immagine, e riprese il cammino, un uccello cantava da un fitto
di ontani, l’uccello aveva una strana, dolce voce, che era come quella
della defunta Iris. Seguì l’uccello che continuò a volare e a
saltellare, sempre più davanti, di là dal ruscello, dentro i boschi.
Allora l’uccello si tacque e non lo si udì più né più lo si vide, Anselm
si fermò e si guardò intorno. Si trovava in una profonda vallata nel
bosco, oltre il fitto fogliame scorreva sommessa un’acqua e a parte
questo tutto era silenzioso, in attesa. Nel suo petto, però, l’uccello
continuava a cantare con la voce amata, e continuò a sospingerlo
innanzi, finché Anselm si ritrovò davanti a una parete rocciosa coperta
di muschio e nel mezzo si apriva una fenditura che conduceva, bassa e
stretta, all’interno del monte. Un vecchio sedeva davanti alla
fenditura, e costui s’alzò vedendo avanzare Anselm e gridò: “Indietro,
uomo, indietro! Questa è la porta degli spiriti. Nessuno è ancora
tornato che vi sia penetrato”.
Anselm volse lo sguardo a lui, poi tornò a posarlo sull’apertura nella
roccia e vide perdersi nelle profondità del monte un azzurro sentiero,
d’ambo i lati del quale si levavano fitte, dorate colonne, e il sentiero
sprofondava come nel calice di un enorme fiore.
Nel suo petto l’uccello cantava con voce argentina, e Anselm superò il
guardiano della soglia, penetrò nello spacco e avanzò, tra le colonne
dorate, nell’azzurro segreto delle profondità. Era nel cuore di Iris,
che penetrava, ed erano i giaggioli nel giardino della madre nel cui
azzurro calice procedeva librandosi, e mentre sereno andava incontro al
crepuscolo dorato, ecco all’improvviso tornargli tutti i ricordi e
intera la coscienza; si toccò la mano ed era piccola e morbida, voci
d’amore gli risuonavano vicine e famigliari all’orecchio, e le note
erano tali e quali, le colonne dorate splendevano come allora, nelle sue
primavere infantili, quando tutto per lui era luci e suoni.
E anche il suo sogno era tornato, il sogno che aveva fatto da piccolo,
quando s’era visto scendere nel calice e dietro di lui procedeva e
scivolava l’intero mondo delle immagini, sprofondando nel segreto che
sta dietro tutte le immagini.
Anselm cominciò a cantare sottovoce, e il suo sentiero scendeva piano
piano ed era a casa.”



QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA FAVOLA


Il girasole







Il girasole simbolo di falsità e false ricchezze, è un fiore che volgarmente viene chiamata "la grande margherita".
Il fiore si sviluppa all'apice di un voluminoso e forte stelo da cui sbocciano delle grandi foglie.
Può raggiungere un altezza di tre metri, alla fioritura seguono i frutti da cui viene ricavato il seme e da esso l'olio di semi.
Deve essere posizionato al sole, il suo fiore durante la fioritura, è sempre rivolto al sole, a maturazione il girasole abbassa il suo fiore:quello è il momento in cui i suoi frutti sono maturi.
Su questo fiore vi è una leggenda, per altro molto conosiuta

"Questo fiore era stato deriso e sminuito da altri fiori estivi selvatici.L’avevano ritenuto brutto. Pertanto, nessun fiore lo voleva nelle loro vicinanze a causa della sua "bruttezza" nel timore di non sminuire la loro bellezza. Anche gli animali dalla fattoria lo prendevano in giro.
Il povero fiore soffriva terribilmente, ma non si era mai lamentato e non aveva mai cercato di rispondere con lo stesso tono come gli altri si rivolgevano a lui. Viveva da solo e si consolava ogni giorno guardando il grande sole dorato con tanta ammirazione.
Il fiore osservando la sorgente della sua vita, ignorava tutte le umiliazioni e il mondo intorno a lui. Il momento peggiore era il tramonto quando il sole se ne andava a letto. In quel momento se ne andava via sua voglia di vivere fino al mattino successivo, ma la voglia ritornava all'alba quando sentiva i primi raggi del suo unico amico.
Il grande sole aveva notato in quale situazione si era trovato il suo fan e aveva deciso di aiutare il povero fiore respinto da tutti.
Regalò al fiore i suoi più caldi e splendenti raggi, donandogli in tal modo un bagliore d’orato, così il fiore ricevette una corona magica è diventò un fiore più bello di tutti. Da allora nessuno lo prese più in giro, gli si rivolgevano con rispetto, domandandosi sorpresi come mai un fiore così brutto era diventato improvvisamente così bello.
Da quel giorno il fiore iniziò ad amare ed ammirare il sole ancora di più. Dalla felicità e lo sguardo costante verso il sole si allungò e diventò il più alto e più elegante di tutti altri fiori che precedentemente lo prendevano in giro.
Il sole notò che lui continuava ad amarlo e ammirarlo e per mostrargli il suo affetto gli diede il nome che lui ancora porta con orgoglio il girasole."

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"Noi dobbiamo scegliere il buono altrimenti ci estingueremo. I dinosauri hanno fatto l'errore di scegliere a corazza come protezione invece dell'intelligenza e per questo si sono estinti. Noi facciamo parte del mondo naturale e se non ci comporteremo da persone naturali finiremo con l'estinguerci. Per questo dobbiamo scegliere di diventare umani." Arthur Charles Clarke