martedì 14 ottobre 2014

Gelsomino





Il gelsomino è una pianta conosciuta fin dai tempi antichi, soprattutto nei paesi facenti parte del bacino del mediterraneo.

In occidente la specie che più è conosciuta è lo “Jasminum officinale”, da cui viene ricavata una delicata essenza.
Arbusti di facile coltivazione, che si sviluppano al meglio anche nella comune terra di giardino o in substrati parzialmente argillosi; preferiscono posizioni soleggiate, riparate dai venti; sopportano senza problemi la siccità, ma le migliori fioriture si hanno con annaffiature regolari, lasciando ben asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. A fine inverno si interra alla base della pianta del concime organico ben maturo, oppure del concime granulare a lenta cessione per piante da fiore.

Fiore piccolo ma raffinato e dal profumo intenso, fu importato in Europa nel ‘500 dai navigatori spagnoli e si narra che in Italia il primo ad averne qualche esemplare tu il fiorentino Cosimo de’ Medici.
Il duca, si narra che si innamorò del fiore al punto di voler essere l’unico a possederlo, proibendo ai propri giardinieri di diffondere o anche solo regalare le sue piante.
E così fu, per molti anni l’esistenza di quel fiore rimase sconosciuta ai più. Successe però che un giorno un giardiniere di corte cedette alla debolezza di regalare un ramoscello della pianta alla sua amata.
La fanciulla per far si che quel fiore non appassisse in fretta lo mise in terra.
Si narra che il gelsomino sia rimasto verde e fiorito per tutto , rifiorendo a primavera.
Diventò col tempo sempre più robusto, più forte generando nuovi polloni, da cui nacquero altrettante piante.
I due fidanzati decisero di vendere le piante di gelsomino e con il ricavato si sposarono. Si anrra che sia proprio a seguito di questa leggenda che le fanciulle toscane hanno l’abitudine di mettere nel loro bouquet da sposa almeno un ramoscello di gelsomino
E difatti in Toscana vale il detto ancora oggi : “ ragazza degna di portare quel mazzolino è ricca abbastanza per fare la fortuna del marito”

Un’altra leggenda su questo fiore arriva dal mondo arabo

C’era una volta la madre delle stelle, il suo nome era Kitza e viveva in un palazzo fatto di nuvole. Un giorno Kitza stava preparando abitini fatti di oro prezioso per i suoi figli astri, quando un gruppo di piccole stelle le si avvicinarono.
Le stelline erano molto indispettite, perchè i suoi vestiti non erano belli come quelle che Kitza stava preparando per gli altri, non ostante la madre delle stelle si fosse messa di buona lena per calmarle le stelline non vollero sentire ragione, cocciute come muli, continuarono a protestare e lamentarsi.
In quel mentre passò di lì Micar, il re degli spazi.
Una volta che ebbe conosciuto la ragione di tutto quel baccano , cacciò le stelline dal firmamento, dopo aver loro strappato di dosso i loro abiti che furono gettati a terra in mezzo al fango.
Kitza da buona madre diventò disperata. Le loro stelline sarebbero state calpestate dagli uomini.
Sulla terra però regnava: Bersto, la signora dei giardini, che provò pietà e comprensione per le sofferenze di una nadre decise così, di salvare le stelline dalla loro mala sorte.
Fu così che per non farle calpestare le trasformò in piccoli profumati fiori: i gelsomini

Fiore di ciliegio






Fiore delicato e bellissimo, ma di breve durata, si spenge alla stessa velocità con cui fiorisce .
I suoi petali cadono subito a terra se scossi dal vento o colpiti da un temporale

Regalare fiori di ciliegio secondo la simbologia vittoriana , era segno di cortesia e buona educazione .
Mentre in Cina questo fiore rappresenta bellezza e femminilità.
In Giappone è chiamato “sakura, ed è simbolo di fortuna e felicità e transitorietà della vita, questa ultima simbologia è dovuta alla caratteristica di questi fiori di essere di breve durata.

Il Sakura in Giappone, era il fiore dei samurai, ed è poi diventato il simbolo di tutte le arti marziali
Un antica leggenda racconta che i petali caduti a terra si sarebbero colorati di un rosa tenue, per aver assorbito il sangue versato in battaglia dai guerrieri.

Si racconta che durante la seconda guerra mondiale i piloti giapponesi, per rafforzare il loro sentimento patriottico e trovare il coraggio per le loro imprese, fossero soliti portare sempre con sé dei fiori di ciliegio .
Si racconta ancora degli aerei che venivano sacrificati in onore della vita dell’imperatore, di come, in quello che sarebbero stato il loro ultimo volo, avessero dipinto sulla loro fiancata un fiore di ciliegio

In Giappone quindi il fiore di ciliegio è un simbolo nazionale, viene rappresentato nelle più varie rappresentazioni artistiche, ma anche nella vita di tutti i giorni è disegnato ovunque : sui Kimoni , sugli oggetti più vari.
Una volta l’anno viene celebrata la festa del ciliegio in fiore, in questa occasione i giapponesi si siedono in contemplazione sotto gli alberi in fiore e vi trascorrono diverso tempo, fra balli , , canti e chiacchere fra amici


Durante la seconda metà dell’800 in occasione “dell’Exposition Universelle “ di Parigi, in Europa si sveglio un fervente interesse per la cultura Giapponese, furono presentate diverse opere di artisti giapponesi le cui stampe influenzarono gli artisti europei, fino al punto che prese vita uno stile artistico ispirato al modello Giapponese: il “ japonisme”.
Ne furono affascianti diversi artisti di quel tempo, fra i quali : Monet, Van Gogh, Degas

La fioritura dei ciliegi insieme a quella dei meli è un evento importante anche in Germania , ed diventata una delle tante attrazioni turistiche della nazione.

Anche nel nostro paese il ciliegio è rimasto protagonista di eventi e leggende.
Si racconta che il 15 maggio del 1166 , un ciliegio oramai secco rifiorì all’improvviso.
Il fatto successe in una piccola cittadina del Lazio: Acquapendente,
Gli abitanti del luogo lo interpretarono come un segno di buon auspicio, e si narra essere stata questa la molla che fece loro, prendere coraggio per attuare la ribellione alla tirannia di Federico Barbarossa.
Armati di bastoni con la punta di ferro e altri rudimentali attrezzi per lo più da contadino riuscirono a scacciarlo della loro terra.
Per ricordare l’evento vennero creati dei mosaici, denominati: “Pugnaloni” dove erano raffigurati foglie e petali di ciliegio.
Ogni anno vine celebrata la festa dei Pugnaloni, e i mosaici vengono esposti nel centro del paese e portati in processione con la statua della madonna adornata di fiori

Amaranto





Amaranto, questo il nome dato a questo fiore.
Il nome deriva dal grego : " amarantos": immortale, infatti questi fiori si mantengono freschi a lungo.
Questa pianta venne presa nell'antichità a simbolo dell'immortalità e posata all'ingresso dei templi.
Lo scrittore latino , Plinio il vecchio, vissuto dal 23 al 79 d.c, del XXI libro del trattato botanico enciclopedico, : " naturalis historia" osservò, come l'amaranto avesse la caratteristica di non morire mai, infatti una volta raccolto per essere essiccato, appena veniva messo a contatto con l'acqua riprendeva vita anche se i fiori erano appassiti.
Della caratteristica che ha dato caratteristica immortale a questo fiore ne parlano molti scrittori

Come ogni fiore che si rispetti, anche l'Amaranto ha una sua leggenda.
L'amaranto non era solo l fiore che rappresentava l'immoralità, ma era anche ala pianta dell'amicizia, e di tutti quei sentimento profondi destinati a non cambiare con il passare del tempo, quindi anche in questo caso c'era cmq un legame con l'immortalità.
Secondo la mitologia greca, Amaranto, re dell'isola di Eubea, fu punito da Nettuno per aver sminuito il valore del mare, Poseidone scatenò contro amaranto un onda enorme, esso annegò, e la dea della caccia, Artemide, di lui innamorata, lo trasformò in un bellissimo fiore.

Come per altri fiori non mancano nemmeno per l'Amaranto, le note curiose.
Questa pianta viene chiamata , dai francesi, anche "coda di volpe" o "coda di gatto" .


La camelia






La camelia, chiamata anche : rosa giapponese, venne importata dall'oriente a metà del settecento, dai cacciatori di piante.
Appena raggiunse l'Europa riscosse un alto indice di gradimento, infilato in occhiello di una giacca o ben sistemato nel centro di una bella scollatura, era una goccia di freschezza e di bellezza e si pagavano cifre folle per averne uno fresco.

Vi sono alcune curiosità su questo fiore, dalle sue foglie e dai germogli della Camelia Sinenis si ricava il lè.
La medicina cinese usa alcune varietà del fiore per curare alcune malattie.
Dai semi di camelia venivano un tempo, estratti oli per le lampade e per la cura dei capelli
Sempre dalla CIna ci è stata rammendata un'antica credenza secondo la quale le donne non dovevano portare il fiore fra i capelli , questo per il motivo che la Camelia fiorisce molto dopo che la gemma si sia formata, e la credenza era che la donna che metteva il fiore fra i capelli seguisse il destino del fiore, e cioè che aspettasse molto tempo prima di rimanere incinta.

il fiore della Camelia non ha profumo , e in merito a questo si narra che un giorno il dio Vulcano sorpresa la moglie Venere in atteggiamento di colloquio troppo intimo con Marte , fu invaso da una infinita tristezza che riversò sul figlio Cupido, che si arrabbiò con la madre , perché aveva amoreggiato senza chiedere aiuto alle sue frecce.
Venere si sentì offesa e decise di dare una lezione al figlio.
Ordinò così alle tre grazie di frustare Cupido e di usare come fruste le rose, affinché le spine gli laccassero la pelle.
Tutti gli dei rimasero inorriditi da tale punizione, ma a Flora venne un idea.
Ordinò a Zefiro di volare sulla terra nel punto in cui sorgeva il sole, una volta giunto a destinazione raccogliere i rami di una rara pianta con i fiori rossi simili a quelli della rosa, ma con il gambo privo di spine.
Zefiro fece quanto Flora gli ordinò e consegnò alle tre Grazie la frusta priva di spine ,ed il castigo fu lo stesso inflitto al piccolo Dio dell'Amore, ma senza fargli sentire dolore, e tutto l'Olimpo rimaste estasiato dalla bellezza di quei fiori e dal loro profumo.
Ma Venere scoperto l'inganno sfogò la sua ira sulla pianta stessa, rodiando che venisse portata in un isola lontana, punendola, con un incantesimo che le tolse il suo splendido profumo

Anemone





I simboli che sono stati attribuiti a questo fiore, potrebbero sembrare in contraddizione fra loro, in quanto da un lato l'anemone ha il significato della speranza, dall'altra rappresenta l'abbandono, della tristezza e l'amore tradito.

I due opposti significati hanno, però, una ragione di essere che deriva dalle caratteristiche del fiore, che è destinato a durare poco , e per questo ha preso il simbolo della malattia e dell'abbandono, ma nel contempo è un fiore molto bello, da qui il simbolo della speranza

Il nome di questo fiore deriva dal greco: anemos che significa: vento, da qui è nato il suo nome popolare: "fiore del vento",

Secondo la mitologia Greca , alla corte della dea dei fiori, Chloris, viveva una bellissima ninfa : Anemone, che con il suo fascino conquistò il cuore di due venti opposti: Borea, il freddo vento di tramontana, e Zefiro, il vento dolce di primavera.
Un giorno Borea e Zefiro, iniziarono a lottare per conquistare l'amore di Anemone; la lro lotta scatenò nell'aria tempeste e bufere.
La dea Chloris, gelosa della bella Anemone e indispettita per la situazione, fece un incantesimo, col quale incatenò Anemone ai due spasimanti.
La ninfa fu così condannata a un destino crudele; Zefiro che con il suo delicato...dolce amore, l'averebbe fatta schiudere velocemente, Bora che attraverso le sue violente carezze, avrebbe disperso nell'aria ancora fredda le corolle fragili di Anemone.
La leggenda prendo vita dalla caducità e dalla fragilità dei petali di questo delizioso e delicato fiore , molto bello ma destinato a vivere poco.

Il doppio significato di tristezza e speranza si ritrova anche in molte leggende cristiane in Terra santa, dove si racconta che gli Anemoni nati ai piedi della croce di Cristo, sarebbero stati gocce del suo sangue cadute dal corpo di Gesù crocifisso.

Acanto






Il fiore di acanto in antichità era simbolo di verginità, e durante il cristianesimo divenne simbolo della resurrezione
Pianta che cresce anche in terre non coltivate, nel tempo ha assunto il simbolo di benessere, prestigio, arte.

Nell'antica Roma era considerato un fiore pregiato, tanto che sulle vesti dei personaggi importanti e di prestigio erano raffigurate le foglie di acanto
Virgilio immaginò Elena di Troia avvolta da un peplo bianco, ( il peplo era la veste delle donne Greche) adornato di foglie di Acanto e faggio
Nel 50 d.c, Plinio il Vecchio, nei suoi trattati suggerì di mettere come bordature dei giardini romani le piante di Acanto

La leggenda racconta che un giorno nel V secolo a.C. lo scultore greco Callimaco, passando accanto alla tomba di un bimbo, vide una pianta di Acanto che cresceva abbracciando un cestino per le offerte votive.
L'immagine colpì l'immaginazione dello scultore e divenne spunto per un'opera che rimase nel tempo: il fregio dei capitelli dell'architettura corinzia, che vede un piccolo cesto scolpito dal quale escono foglie di acanto.

Come ogni fiore anche quello di d'acanto ha ispirato poesia.

Fiore di carta rigida, dentato
petali di fini aghi, che snello
sorgi dal cespo, come un serpe alato
da un capitello;

fiore che ringhi dai dritti scapi
con le bocche tue di piccoli ippogrifi;
fior del Poeta! industria te d'api
schifa, e tu schifi.

L'ape te sdegna, piccola e regale;
ma spesso io vidi l'ape legnaiola
celare il corpo che riluce , quale
nera viola,

dentro il tuo duro calice , e rapirti
non so che buono , che da te pur viene
come le viti tra i sassi e i mirti
di tra l'arene.

Lo sa la figlia del pastor, che vuoto
un legno fende e lieta pasce quando
miele le giova: il tuo nettare ignoto,
fiore d'acanto

G. Pascoli

martedì 30 settembre 2014

Mirabilis jalapa








Questo fiore, conosciuto con il nome volgare : bella di notte , schiude i sui delicati petali solo nel trado pomeriggio, forse anche per questo le è stato preso a simbolo della timidezza
Il suo nome botanico esprime, invece, tutta la bellezza di questo fiore, infatti Mirabilis in latino significa "meraviglioso".

Questo fiore arrivò nel nostro continente solo nel 500.
Fu a seguito di esplorazioni di viaggiatori europei che raggiunsero il continente sudamericano , pare, infatti, che sulle cime peruviane abbiano trovato questa pianta dai bei e svariati colori, e abbiano imbarcato le piantine sulle loro navi , importandole così, in Europa

In Cina questi fiori prendoo il nome di "fiori della bollitura del riso", oppure "fiori della doccia"
Questi nomi non furono mesi a caso , ma derivano proprio dalla caratteristica della pianta di schiudersi nelle ore serali, in concomitanza con le attività di quella parte del giorno. la preparazione del riso, piatto obbligato sulle tavole cinesi, o il relax della doccia dopo una giornata di lavoro.

I fiori della bella di notte vengono anche impiegati nella cucina asiatica per ottenere dei coloranti alimentari, i suoi semi invece , vengono impiagati, per preparare cosmetici o per colorare i tessuti.

Altra caratteristica della bella di notte è il suo profumo, quando i suoi petali di schiudono emanano un profumo intenso ed avvolgente,, tanto che pare che le farfalle notturne non possano rinunciare a raggiungere i petali dei fiori, e posarsi delicatamente su di essi....

Una piccola curiosità, in toscana questi fiori sono conosciuti anche con il nome di tromboncini.

lunedì 29 settembre 2014

Mimosa






La mimosa che nel linguaggio floreale rappresenta la sensibilità, è un arbusto perenne può arrivare fino a 25 metri di altezza , la sua fioritura è intensa e vistosa nei suoi rami penduli che vanno a formare come una chioma ampia e scomposta, adornata, da gennaio a marzo da fiori raccolti in grappoli dal colore giallo chiaro ..

Sulla mimosa ho una mia piccola storia personale.
Un giorno passando davanti ad un vivaio vidi una pianta di mimosa, così mi venne la voglia di acquistarla e piantarla in giardino.
Purtroppo non si ambientò molto bene, e di fiori neanche l’ombra, e come se non bastasse anche nella crescita era stenta e patita.
La mimosa una pianta delicata e resistente, pensai, è capace di vivere i sopravvivere alle intemperie , produrre rami sempre più rigogliosi , ma la mia è proprio un'eccezione
Così, non sapendo più cosa inventare, la strapiantai e la misi in un angolo infondo al giardino, dove relego le piante che non vogliono crescere e fiorire., insomma le piante senza molte speranze a cui si somministrano le ultime inutili cure.
Ma nonostante fosse la più brutta e malandata di tutte non la volli buttare

Mai darsi per vinti: una pianta non e' finita nemmeno quando pare oramai secca, perché può riservare delle sorprese con un guizzo di vita all'ultimo minuto.
Come i cani abbandonati, le piante di cui andiamo più orgogliosi sono quelle trovate sul ciglio di una strada o dentro un cassonetto, che abbiamo curato e salvato da un fine certa, con dedizione e amore .

Cosi presi la povera moribonda e la trapiantai nell'orto di mia suocere: in un angolo assolato ...e le dissi:" ora sei all’amaro ...o ce la fai e ti ripigli..o crepi..."
Piantata in quell'angolo dell’orto, la mimosa rimase muta e impenetrabile per diversi mesi ...pareva spacciata oramai. Ma ai primi di febbraio si trasformo' come nella favola della bella e la bestia.
E quello sterpo divenne un alberello a forma di ombrello con tanti pallini giallo limone.
Beh...non so se sia stato anche merito della mia pazienza e testardaggine, ma la mimosa da quel giorno si fece sempre piu bella.
Solo che non ha potuto abbellire il mio giardino.
Li nell'orto aveva trovato il suo habitat ideale, strapiantarla sarebbe voluto dire forse ucciderla...cosi e' rimasta a far ombra nel giardino di mia suocera...ed oggi è forte e rigogliosa.


Un accenno è doveroso anche al simbolo che a questo fiore è stato dato,: la festa della donna
La festa della donna nacque negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909 , a istituirla fu il partito socialista americano che in occasione di quella data indisse una manifestazione per dare alle donne il diritto di voto , ad esse poi si unirono altre rivendicazioni in campo del lavoro, come sappiamo allora le donne lavoravano in condizioni precarie per non dire disastrose e con salari molto bassi.

Una leggenda alquanto discussa vuole che la festa della donna nasca a seguito di una tragedia sociale drammatica, che vide nel 1908 un gruppo di operaie dell’industria tessile di Cotton protestare scioperando per chiedere più umane condizioni lavorative
Lo sciopero si protrasse ad oltranza, così che il padrone della fabbrica irritato per la mancata produttività e per nulla intenzionato a dare alle donne ciò che chiedevano, imprigionò le operaie nella fabbrica.
Si narra che un grosso incendio fosse divampato all’interno della fabbrica investendo le operaie che erano prigioniere

La data dell’otto marzo fece la sua storia nel 1917 , in una manifestazione a San Pietroburgo, dove le donne indissero una manifestazione per chiedere la fine della guerra .
A seguito di ciò l’otto marzo fu scelto, dalle donne comuniste russe, come giornata internazionale dell’operaia.

Il simbolo del fiore della mimosa ebbe invece la sua origine in Italia, nel 1946 , in seguito l’otto marzo è stato preso come giorno di rivendicazione di ogni diritto femminile violato o negato

Del resto, la conquista di un ruolo femminile, , specie nella politica da parte delle donne è stata lunga e dura, a questo proposito queste le parole del presidente del consiglio Francesco Crispi, quando si oppose al concedere il voto alle donne italiane,

“Per me la donna, regina dei cuori finché resterà estranea alle lotte della pubblica cosa, non sarà più il tesoro delle famiglie, non sarà la provvidenza e la previdenza del marito e dei figli se la caccerete nella politica. Sensibile ed impressionabile, com'è, non potrebbe avere sempre la mente serena e tranquilla, qualora si occupasse della cosa pubblica. Amante ed amica, essa è un conforto; è per noi, quando dalla lotta politica, dai contrasti dell'aula parlamentare, ritorniamo nelle nostre, famiglie, per avere pace e tranquillità, per assicurarci quella calma, che ci fu turbata in tutto il giorno, per trovare quel riposo al quale abbiamo diritto, sarebbe una grande sventura, o signori, che ricominciassero, entrando in casa, i contrasti e le lotte D'altra parte, quando voi distaccate la donna dalla famiglia e la gettate nella pubblica piazza voi fate, o signori, della donna non più l'angelo consolatore della famiglia ma il demone tentatore. Né voglio io ricordare l'influenza possibile dei confessionali; è un tema che abbiamo trattato abbastanza per doverci ritornare sopra".

Aconito




L'aconito è una pianta erbacea, la incontriamo soprattutto in Asia , Europa del nord, ed America, può raggiungere il metro e mezzo di altezza, terminado in alto con un grappolo di fiori, di colore azzurro violetto, molto assomigliati, coem forma, a degli elmetti.
E' un fiore che nei secoli ha dato origine a miti e a leggende, sia per la sua forma somigliante ad un elmo che per la caratteristica di essere un fiore velenoso in ogni sua parte, la sua tossicità infatti era nota fin dall'antica Grecia.
Nei secoli ha assunto simbolo di vendetta e amore colpevole e maleficio
Un bellissimo fiore a vedersi, ma che l'uomo ha da secoli considerato malefico solo perchè è tossico.
Sono molte le leggende che gravitano intorno a questo fiore, vediamo alcune

Secondo la mitologia greca, Cerbero, cane a tre teste di propietà di Ecate, regina dell'Ade, custodiva nella sua saliva i semi aconito.
Un giorno Eracle rapì il cane dagli inferi trascinandolo sulla terra, il cane pieno di rabbia e dolore lasciò dietro di se una scia della sua bava, seminando così lungo il percorso i semi di Aconito.
Fu così che i semi di questo fiori arrivarono sulla terra dall'inferno.

Un'altra leggenda viene invece dalla lontana Norvegia.
Si racconta che il fiore di aconito rappresentasse l'elmo magico di Odino, Dio della guerra e della poesia
Si narra che chiunque indossasse l'elmo prendesse il potere di rendersi invisibile agli uomini.

L'aconito è anche il fiore sacro della dea della notte , Ecate che si serviva della pianta per trattenere del regno dell'ade i mortali che arrivavano alla sua dimora

Nel lontano medio evo , invece, si pensava che l'erba venisse usate dalle streghe per portare a termine malefic, era considerato l'ingrediente di un unguento di cui le fattucchiere si servivano per volare dal sabba: leggendario incontro di tutte le streghe col diavolo.


" Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le fogli gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.
(Federico Garcia Lorca)"

venerdì 26 settembre 2014

Iris







L'iris (Fam. Iridaceae) simboleggia le buone notizie, pianta dai fiori eleganti e delicati che sbocciano su lunghi steli rigidi. Il suo nome
ricorda Iride, figlia di Taumante, messaggera degli dei, che tramite l'arcobaleno relazionava fra la Terra e l'Olimpo. Fiore originario della Siria, introdotto in Egitto da Tutmosis. Noto anche come " fior di giglio " che Luigi IX partendo per l'ottava crociata fece figurare sulle sue bandiere.
La sua forma stilizzata è anche il simbolo della città di Firenze, molti erroneamente credono che il fiore simbolo del capoluogo Toscano sia il giglio, ed invece è l'iris a cui fra l'altro è dedicato anche un bellissimo giardino sito al Piazzale Michelangelo.

Questo fiore venne immortalato da Van Gogh in un dipinto, e un altro omaggio a questo fiore..lo si trova nella favola. "Iris" scritta da Hermann Hesse


“….........Anselm stette ad ascoltare, annuendo
alla cara immagine, e riprese il cammino, un uccello cantava da un fitto
di ontani, l’uccello aveva una strana, dolce voce, che era come quella
della defunta Iris. Seguì l’uccello che continuò a volare e a
saltellare, sempre più davanti, di là dal ruscello, dentro i boschi.
Allora l’uccello si tacque e non lo si udì più né più lo si vide, Anselm
si fermò e si guardò intorno. Si trovava in una profonda vallata nel
bosco, oltre il fitto fogliame scorreva sommessa un’acqua e a parte
questo tutto era silenzioso, in attesa. Nel suo petto, però, l’uccello
continuava a cantare con la voce amata, e continuò a sospingerlo
innanzi, finché Anselm si ritrovò davanti a una parete rocciosa coperta
di muschio e nel mezzo si apriva una fenditura che conduceva, bassa e
stretta, all’interno del monte. Un vecchio sedeva davanti alla
fenditura, e costui s’alzò vedendo avanzare Anselm e gridò: “Indietro,
uomo, indietro! Questa è la porta degli spiriti. Nessuno è ancora
tornato che vi sia penetrato”.
Anselm volse lo sguardo a lui, poi tornò a posarlo sull’apertura nella
roccia e vide perdersi nelle profondità del monte un azzurro sentiero,
d’ambo i lati del quale si levavano fitte, dorate colonne, e il sentiero
sprofondava come nel calice di un enorme fiore.
Nel suo petto l’uccello cantava con voce argentina, e Anselm superò il
guardiano della soglia, penetrò nello spacco e avanzò, tra le colonne
dorate, nell’azzurro segreto delle profondità. Era nel cuore di Iris,
che penetrava, ed erano i giaggioli nel giardino della madre nel cui
azzurro calice procedeva librandosi, e mentre sereno andava incontro al
crepuscolo dorato, ecco all’improvviso tornargli tutti i ricordi e
intera la coscienza; si toccò la mano ed era piccola e morbida, voci
d’amore gli risuonavano vicine e famigliari all’orecchio, e le note
erano tali e quali, le colonne dorate splendevano come allora, nelle sue
primavere infantili, quando tutto per lui era luci e suoni.
E anche il suo sogno era tornato, il sogno che aveva fatto da piccolo,
quando s’era visto scendere nel calice e dietro di lui procedeva e
scivolava l’intero mondo delle immagini, sprofondando nel segreto che
sta dietro tutte le immagini.
Anselm cominciò a cantare sottovoce, e il suo sentiero scendeva piano
piano ed era a casa.”



QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA FAVOLA


Il girasole







Il girasole simbolo di falsità e false ricchezze, è un fiore che volgarmente viene chiamata "la grande margherita".
Il fiore si sviluppa all'apice di un voluminoso e forte stelo da cui sbocciano delle grandi foglie.
Può raggiungere un altezza di tre metri, alla fioritura seguono i frutti da cui viene ricavato il seme e da esso l'olio di semi.
Deve essere posizionato al sole, il suo fiore durante la fioritura, è sempre rivolto al sole, a maturazione il girasole abbassa il suo fiore:quello è il momento in cui i suoi frutti sono maturi.
Su questo fiore vi è una leggenda, per altro molto conosiuta

"Questo fiore era stato deriso e sminuito da altri fiori estivi selvatici.L’avevano ritenuto brutto. Pertanto, nessun fiore lo voleva nelle loro vicinanze a causa della sua "bruttezza" nel timore di non sminuire la loro bellezza. Anche gli animali dalla fattoria lo prendevano in giro.
Il povero fiore soffriva terribilmente, ma non si era mai lamentato e non aveva mai cercato di rispondere con lo stesso tono come gli altri si rivolgevano a lui. Viveva da solo e si consolava ogni giorno guardando il grande sole dorato con tanta ammirazione.
Il fiore osservando la sorgente della sua vita, ignorava tutte le umiliazioni e il mondo intorno a lui. Il momento peggiore era il tramonto quando il sole se ne andava a letto. In quel momento se ne andava via sua voglia di vivere fino al mattino successivo, ma la voglia ritornava all'alba quando sentiva i primi raggi del suo unico amico.
Il grande sole aveva notato in quale situazione si era trovato il suo fan e aveva deciso di aiutare il povero fiore respinto da tutti.
Regalò al fiore i suoi più caldi e splendenti raggi, donandogli in tal modo un bagliore d’orato, così il fiore ricevette una corona magica è diventò un fiore più bello di tutti. Da allora nessuno lo prese più in giro, gli si rivolgevano con rispetto, domandandosi sorpresi come mai un fiore così brutto era diventato improvvisamente così bello.
Da quel giorno il fiore iniziò ad amare ed ammirare il sole ancora di più. Dalla felicità e lo sguardo costante verso il sole si allungò e diventò il più alto e più elegante di tutti altri fiori che precedentemente lo prendevano in giro.
Il sole notò che lui continuava ad amarlo e ammirarlo e per mostrargli il suo affetto gli diede il nome che lui ancora porta con orgoglio il girasole."

http://www.gongoff.com/joomla/index.php?...&Itemid=89



"Noi dobbiamo scegliere il buono altrimenti ci estingueremo. I dinosauri hanno fatto l'errore di scegliere a corazza come protezione invece dell'intelligenza e per questo si sono estinti. Noi facciamo parte del mondo naturale e se non ci comporteremo da persone naturali finiremo con l'estinguerci. Per questo dobbiamo scegliere di diventare umani." Arthur Charles Clarke

mercoledì 25 giugno 2014

Genziana



La Genziana fiore della (Fam. Gentianaceae) il cui nome deriva da Gentius re degli Illiri, vinto dai Romani nel
II secolo A.C. che fu lo scopritore delle sue virtù. Dioscoride e Plinio ne consigliavano l'uso
contro il morso dei serpenti.

Una tenera leggenda narra la nascita di questo fiore.

Si narra di un anno, in cui per lungo tempo non cadde una goccia di pioggia, la terra era riarsa e ferita da sole e vento.
Sulle montagne viveva una pastorella di nome Genziana, la piccola vide morire una ad una tutte le capre e le mucche del padre .
Ci fu un tempo in cui erano state ricche di latte : unica ricchezza di Pietro, il papà di Genziana. Anche Genziana un giorno si ammalò. Il padre, disperato, rivolgeva le sue preghiere al Cielo affinchè finalmente qualche goccia di pioggia cadesse sulla terra, a salvare la sua bimba

Finalmente un giorno apparvero le nubi nel cielo, dapprima bianche poi si fecero sempre più minacciose, e un lampo e un tuono annunciò l'arrivo della tanto sospirata pioggia
Ma come raccogliere , la terra troppo secca non riusciva a trattenere l'acqua che scorreva via, il pover'uomo non sapeva come fare per raccogliere un po' d'acqua per la sua piccola

Ecco che ad un tratto prese vita uno stupendo fiore azzurro, aveva petali larghi e distesi, che a poco a poco si unirono formando un piccolo bicchiere. Il padre potè così raccogliere l'acqua da portare alla piccola Genziana che per lui si riaffacciò alla vita, il fiore prese il nome di genzianella e da allora fiorisce sui pendii della montagna e nei giorni di pioggia sembra un lembo di cielo.